La vita di Elvis ha probabilmente meno miti attorno che non la birra doppio malto in Italia.
C’è chi pensa che contenga il doppio del malto di una birra normale.
C’è chi crede che sia sinonimo di “birra scura e forte”.
Chi la associa automaticamente a serate di bagordi e sbornie epiche.
E poi c’è chi va a Londra, entra in un pub, e chiede al barman una “double malt beer” ricevendo in cambio un’occhiataccia talmente gelida da congelare anche una Guinness.
La verità?
La birra doppio malto è una delle più grandi incomprensioni del mondo birrario italiano:
- Non è uno stile di birra;
- Non indica necessariamente una gradazione alcolica stratosferica;
- e di sicuro non significa che i birrai ci abbiano messo dentro il doppio degli ingredienti come fanno le nonne quando riempiono il piatto ai loro nipotini.
In questo articolo vedremo insieme cosa significa davvero “doppio malto”, perché questo termine non ha senso fuori dall’Italia, e soprattutto come evitare di andare oltre i limiti di legge se devi guidare dopo averne bevuta una.
Perché sì, con le “birre doppio malto” (mi vergogno come un ladro a chiamarle così) basta davvero poco per uscire dai parametri legali.
Perché si chiama “birra doppio malto”
Partiamo subito con una rivelazione che farà crollare parecchie certezze: la birra doppio malto non contiene il doppio del malto di una birra normale.
È come chiamare “doppio pomodoro” una pizza che costa più di 9 euro (cifra a caso): può avere senso dal punto di vista fiscale, ma non dice nulla sulla pizza che stai per mangiare.
Il nome è completamente fuorviante, ed è nato per motivi che non hanno nulla a che vedere con la ricetta.
La definizione ufficiale di birra doppio malto, secondo la legislazione italiana, è questa:
“birra con grado alcolico superiore al 3,5% vol e grado saccarometrico pari o superiore a 14,5”.
Punto.
Nessuna menzione di doppie quantità di malto, di colori particolari, o di chissà quali altri ingredienti segreti.
Questa classificazione nasce da una legge del 1962, quando il governo italiano decise di catalogare le birre per motivi fiscali.
Più una birra era “forte” (in termini di grado Plato, che misura la concentrazione di zuccheri nel mosto prima della fermentazione), più veniva tassata.
Il termine “doppio malto” venne scelto perché suonava tecnico e giustificava una tassazione più alta.
Il grado Plato è semplicemente la misura di quanto “denso” di zuccheri sia il mosto prima che i lieviti lo trasformino in alcol.
Più zuccheri hai, più alcol puoi potenzialmente produrre.
Una birra doppio malto deve avere almeno 14,5° Plato, che è un valore medio-alto ma non astronomico.
Ecco perché il barman londinese ti ha guardato storto quando gli hai chiesto una “double malt beer”: fuori dall’Italia, questa categoria semplicemente non esiste.
Birra doppio malto = doppia sbornia?
Questa è la domanda che ti frulla in testa quando vedi una birra doppio malto sul menù, vero?
E la risposta è: dipende, ma spesso sì.
Non perché contenga sostanze magiche che fanno ubriacare di più, ma semplicemente perché molte birre doppio malto hanno una gradazione alcolica più alta della media.
Facciamo due conti pratici.
Prendiamo una birra normale da 33 cl al 5% e una doppio malto sempre da 33 cl ma al 10%.
Secondo le tabelle fornite dall’OMS (che puoi facilmente trovare e consultare QUI), se sei un uomo, pesi 70 kg e bevi a stomaco vuoto, la prima ti porta a circa 0,28 g/l di tasso alcolemico, la seconda a 0,55 g/l.
Considerando che il limite legale per guidare è 0,5 g/l, con una sola “birra doppio malto” sei già fuori.
Il problema è che molte persone pensano “è sempre una birra, che sarà mai”.
Ma un conto è bere la classica “lager da supermercato” da 5% ABV. Ben altra cosa è spararsi una Russian Imperial Stout o una Quadrupel dal 12%.
Ora, veniamo alla domanda delle domande:
Quanto tempo ci vuole per smaltire una birra doppio malto?
Secondo le tabelle del Ministero della Salute, il fegato metabolizza circa 0,15 g/l di alcol all’ora.
Questo significa che se con la tua “doppio malto” raggiungi 0,55 g/l, ci vorrà almeno 1 ora per tornare sotto il limite legale.
Più, altre 3 ore circa per smaltirla tutta.
Naturalmente, se una persona ha un metabolismo lento, i tempi potrebbero essere più lunghi.
E in generale, se ne bevi due, i tempi si allungano drammaticamente.
Il trucco per non finire nei guai?
Se devi guidare e vuoi per forza bere birra:
– bevi sempre a stomaco pieno (rallenta l’assorbimento).
– alterna con acqua.
– e soprattutto, scegli birre più leggere.
È una questione di buon senso: la patente serve, ma la pelle (tua e degli altri) serve ancora di più.
Cosa cambia davvero tra normale e doppio malto
Oltre alla questione alcol e tasse, cosa distingue davvero una birra doppio malto da una normale?
La risposta è: spesso il corpo, la complessità e l’intensità del sapore, ma non sempre per i motivi che credi.
Una birra doppio malto tende ad essere più corposa perché contiene più zuccheri residui non fermentati.
Questo le dà una sensazione più “piena” in bocca, spesso con una certa dolcezza di fondo che bilancia l’amaro del luppolo.
La parte aromatica invece dipende dalla ricetta utilizzata: sapendo che stanno lavorando su birre più complesse, spesso i mastri birrai sono un po’ più “creativi”.
Il colore?
Contrariamente a quanto credono in molti, non c’entra nulla con la classificazione doppio malto.
Puoi avere doppio malto dorate come il miele e birre normali scure come il carbone.
Il colore dipende dal tipo di malto e dalla sua tostatura, non dalla quantità o dalla gradazione alcolica finale.
L’alcol funge da conservante naturale, e permette a queste birre di conservarsi meglio nel tempo.
Infine, dal punto di vista nutrizionale, le doppio malto tendono ad essere più caloriche.
Non solo per l’alcol (che ha 7 kcal per grammo), ma anche per i carboidrati residui.
Se una classica birra da supermercato da 33cl può avere 150 kcal, una doppio malto arriva facilmente a 200-250.
Se sei una persona che sta attenta alla linea, è un fattore da considerare… e forse ti conviene puntare su birre pensate per chi fa una vita attiva, come la DeQou Action Beer.
Grazie alla gradazione contenuta (3,2%) e all’assenza di zuccheri aggiunti, ha solo 78 kcal per lattina.
(S)conclusione
La birra doppio malto è quindi una categoria tutta italiana nata per motivi fiscali, e non dice granché sul tipo di birra che andremo a bere.
Non significa che ha il doppio del malto, non indica uno stile specifico, e di sicuro non ti autorizza a berne il doppio senza conseguenze.
Quello che è certo è che molte doppio malto sono più forti, più corpose e più complesse delle birre normali… e più caloriche.
Vanno rispettate, assaporate con calma, e bevute con la consapevolezza che potrebbero influire di più sui tuoi riflessi e sulla tua capacità di guidare.
Se vuoi concederti il piacere di una birra artigianale senza rischiare la patente, ti suggerisco di tenere le “birrone” per quando guidano gli altri, e cercare alternative più leggere.
Detto ciò, se questo articolo ti ha fatto venire sete, a questo link puoi trovare le nostre birre artigianali.
Sono pensate per persone sportive e amanti della vita attiva, e quindi sono perfette per chi cerca birre che dissetano senza appesantire.
E se ti iscrivi alla nostra newsletter, oltre alle offerte riservate e a tante altre curiosità sulla birra, riceverai subito un buono sconto da applicare al tuo primo ordine.
Alla prossima e… alla salute!