Birra cruda - Blog Cover

Cosa significa “birra cruda” (ma soprattutto… esiste davvero?!)

“Birra cruda” è uno di quei termini che senti spesso circolare nel marketing e sulle etichette delle grandi marche. 

Cosa significa davvero? 

Se hai mai ordinato una “birra cruda” pensando di ricevere chissà quale mirabolante bevanda esotica, ho brutte notizie per te: sei l’ennesima vittima dell’ennesima supercazzola birraria.

Il termine “birra cruda” ha generato un bel po’ di confusione tra i consumatori. 

Alcuni credono che sia una birra non sottoposta a cottura (il che sarebbe impossibile, dato che il mosto deve essere bollito). 

Altri pensano che sia una categoria speciale di birre con caratteristiche organolettiche uniche. 

La verità? 

È un’invenzione di marketing, su cui farò luce in questo articolo.

Prepara il tuo boccale migliore, perché ne vedremo delle belle.

Cosa si intende per birra cruda?

La birra cruda di base è una birra che non ha subito alcun trattamento termico dopo la fermentazione

In altre parole, dopo che il lievito ha fatto il suo lavoro trasformando gli zuccheri in alcol, la birra non viene pastorizzata

Saltare questo trattamento permette di preservare meglio gli aromi, i sapori e i nutrienti, sacrificando qualcosa in termini di durabilità e “stabilità” del prodotto nel tempo.

C’è un problema però: il termine “crudo” suggerisce qualcosa che “non è stato cotto”. 

E qui casca l’asino, perché nella produzione della birra c’è una fase essenziale dove il mosto viene portato ad ebollizione. 

Questa fase è fondamentale: sterilizza il mosto, permette l’isomerizzazione degli alfa-acidi del luppolo (che danno l’amaro), ed elimina composti indesiderati.

Quindi, a essere precisi, non esiste alcuna birra veramente “cruda”. 

Quello che le aziende intendono davvero con “birra cruda” è semplicemente “birra non pastorizzata”

La pastorizzazione è un trattamento termico inventato dal buon Louis Pasteur (sì, proprio lui) che consiste nel riscaldare la birra a circa 60-70°C per alcuni minuti per eliminare i microorganismi che potrebbero alterarla. 

Questo procedimento aumenta la shelf-life del prodotto, rendendolo più stabile e commercializzabile.

Quali sono i benefici nutrizionali della “birra cruda”

“Birra cruda” quindi è semplicemente un modo da hipster per chiamare la birra non pastorizzata.

Definizioni fuorvianti a parte, i benefici ci sono.

Per quanto utile a preservare la birra, il calore della pastorizzazione può degradare alcune vitamine e antiossidanti presenti nella birra, quindi in teoria una “birra cruda” conserva meglio questi nutrienti.

Nella birra cruda trovano spazio più vitamine del gruppo B (in particolare B1, B2, B6 e acido folico), che i lieviti producono durante la fermentazione. 

Questi microrganismi rimangono vivi e attivi nel prodotto finale, continuando a rilasciare composti benefici anche dopo che la birra è imbottigliata.

Anche gli antiossidanti come i polifenoli, che derivano principalmente dal malto e dal luppolo, si preservano meglio nella birra non pastorizzata. 

Questi composti combattono i radicali liberi nel corpo, aiutandoti a mantenerti più giovane e in salute (almeno in teoria).

Ma attenzione: non stiamo parlando di un super-alimento

La quantità di questi nutrienti, anche nella migliore birra sul mercato, resta comunque limitata

Non sostituirà mai una dieta equilibrata, e i benefici aggiuntivi rispetto a una birra pastorizzata sono marginali. 

Insomma, se bevi birra non pastorizzata solo per motivi salutistici, stai puntando sul cavallo sbagliato. 

È un po’ come mangiare un hamburger con l’insalata pensando di fare una scelta salutare: è meglio delle patatine, ma non illuderti troppo.

Che differenza c’è tra birra non pastorizzata e non filtrata

Spesso la birra cruda viene confusa con la birra non filtrata, ma sono due concetti ben distinti. 

Una birra può essere non pastorizzata ma filtrata, o viceversa

Immagina la filtrazione come un setaccio che rimuove le particelle solide (principalmente lieviti e proteine), mentre la pastorizzazione è come un colpo di febbre che uccide i microrganismi vivi.

La birra cruda è semplicemente non pastorizzata, quindi contiene ancora lieviti e batteri vivi. 

Può essere limpida e trasparente se è stata filtrata, o torbida se non lo è stata. 

La filtrazione è un processo meccanico che rimuove le particelle solide attraverso materiali filtranti come la farina fossile, la cellulosa o membrane.

La birra non filtrata, invece, mantiene in sospensione i lieviti, le proteine e altri componenti che le conferiscono un aspetto torbido e un gusto più complesso, indipendentemente dal fatto che sia stata pastorizzata o meno

Se vedi una birra torbida, quindi, non significa automaticamente che sia una birra cruda!

La confusione nasce dal fatto che molte birre artigianali sono sia non filtrate che non pastorizzate, e vengono genericamente definite “crude”. 

Ma tecnicamente sono cose diverse. 

Una Weizen tedesca tradizionale è tipicamente non filtrata ma pastorizzata, mentre molte IPA americane moderne sono filtrate ma non pastorizzate.

Il punto chiave? 

Non giudicare una birra dal suo aspetto. 

Se cerchi davvero una birra non pastorizzata, la parola magica da cercare sull’etichetta è proprio quella – “non pastorizzata” – non farti ingannare dalla torbidità o da altri indicatori visivi.

La birra non pastorizzata è pericolosa?

La birra cruda è pericolosa? 

Questa domanda mi fa venire in mente mia mamma che, quando ero piccolo, mi diceva sempre di non fare il bagno al lago o in piscina prima delle 16, perché “fa venire la congestione”. 

Un mito, proprio come quello della pericolosità della birra non pastorizzata.

In realtà, la birra pastorizzata è sicura, e per una serie di buoni motivi. 

Prima di tutto, il mosto viene bollito durante la produzione, uccidendo la maggior parte dei batteri potenzialmente dannosi. 

Poi ci sono le caratteristiche intrinseche della birra che la rendono un ambiente ostile per i patogeni: il pH acido (generalmente tra 3.8 e 4.5), l’alcol e i composti del luppolo hanno tutti proprietà antimicrobiche.

I patogeni più comuni che causano malattie alimentari, come E. coli, Salmonella o Listeria, semplicemente non sopravvivono nella birra

Per questo nella storia dell’umanità la birra è stata spesso molto più sicura da bere dell’acqua

Nel Medioevo, quando l’acqua potabile era un miraggio, la gente beveva birra a colazione, pranzo e cena.  Non certo per stare allegrotti tutto il giorno, ma per evitare malattie trasmesse dall’acqua contaminata.

Ciò che può accadere con la “birra cruda”, tuttavia, è che con il tempo sviluppi sapori indesiderati

I lieviti e i batteri (buoni) ancora presenti continuano a lavorare, potenzialmente alterando il profilo gustativo. 

È come lasciare un’insalata fresca fuori dal frigo: non diventa subito pericolosa, ma col tempo perde la sua freschezza e inizia pian piano a sviluppare sapori che probabilmente non apprezzerai.

Per questo motivo, la birra cruda ha generalmente una shelf-life più breve rispetto a quella pastorizzata. 

Non si “rovina” nel senso di diventare pericolosa, ma può cambiare gusto. 

Alcuni birrofili considerano queste evoluzioni parte del fascino della birra cruda

Altri preferiscono la costanza e la prevedibilità della birra pastorizzata. 

È una questione di gusti, non di sicurezza.

(S)conclusione

Insomma, “birra cruda” è un nome fuorviante, ma il concetto che ci sta dietro è semplice: è una birra che non è stata pastorizzata dopo la fermentazione

Il marketing adora usare termini che suonano naturali e artigianali, e “birra cruda” rientra perfettamente in questa categoria. 

Evoca immagini di autenticità e purezza, come se stessi sorseggiando direttamente dalla botte di un monastero medievale anziché da una lattina o bottiglia prodotta in serie.

In La Orange siamo per la trasparenza: le nostre birre artigianali sono non pastorizzate ma non le chiamiamo “crude” perché preferiamo la chiarezza alla supercazzola. 

Conservano tutti i nutrienti e gli aromi che le rendono perfette per chi cerca gusto senza compromettere il proprio stile di vita attivo.

E se le vuoi assaggiare, le trovi qui.

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Alla prossima!